1 Apr 2014
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Come mangiavamo negli anni 70 | |
Come mangiavamo negli anni 70
E’ il tema del “mi ricordo” di Ugo Savoia. Ne viene fuori uno struggente “come eravamo” “Caro Totò, la tua pagina di chicche mnemoniche mi ha fatto riaffiorare alla mente- data la mia antica vocazione golosa – la svolta degli anni ’70, quando la nostra tradizione gastronomica – culinaria – ristorantizia di ossibuchivori milanesi fatta di paste, risotti, minestroni, arrosti, bolliti, cotolette e qualche pizza all’antica, venne travolta dalle novità che arrivavano sulla tavola da ogni parte. Cominciamo dalla panna. Uno tsunami partito da chissà dove che portava nel menù famigerate pennette panna e salmone, tortellini panna e prosciutto, panna e funghi, panna e piselli, panna e panna, fino ad arrivare all’Alexander, uno dei cocktail che andavano per la maggiore a Milano e nei luoghi di villeggiatura. Era un imbevibile intruglio, se non ricordo male, a base di gin, panna e una spolverata di cacao. Lo bevevi e lo digerivi il giorno dopo. Erano anche gli anni in cui il palato scoprì l’altrettanto famigerato cocktail di scampi, uscito dalla mente di qualche chef internazionale, che, se ti ricordi, prevedeva degli insipidi gamberetti conditi con una urfida salsa a base di maionese e ketchup adagiati su un’intristita foglia di lattuga in una coppa di campagne . Faceva figo, ma era di una tristezza infinita. Nei ristoranti e nei locali andavano per la maggiore il Mateus rosé e il Vinho verde Lancers, vinelli portoghesi senza lode e con qualche infamia che venivano proposti con tutto, dall’antipasto al dolce. Sugli scaffali di un supermercato ne ho rivisto di recente qualche bottiglia e mi è preso un’ondata di nostalgia. Gli aperitivi erano il Carpano Punt e mes, l’amaro Cora (anche gli occhi possono impazzire…) e Campari non era ancora assurto a icona del bere figo stile red passion. In Tv girava la réclam del Nano ghiacciato, credo uno dei più grossi flop della Cinzano. Io, milanese di nascita e di cultura, di pesce conoscevo soltanto la sogliola e il peperoncino piccante pensavo che fosse una droga pesante come l’eroina o la cocaina. La mozzarella di bufala la mangiava chi aveva qualche amico napoletano e i gamberoni conosciuti erano soltanto quelli parlanti dei film di Walt Disney. E non tocco il tasto della rucola solo perché non voglio tediarti ulteriormente. Antonio D’Orrico- Sette |
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postato da Claudio Maffei alle 22:40 | commenti presenti [0] |
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