23 Dic 2017
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Le regole limitano la tua libertà | |
Un giorno, in aula, stavo parlando di Paul Watzlawick, il grande maestro della comunicazione che ho avuto la fortuna di conoscere.
Riportai una sua frase che mi aveva molto colpito “Ognuno di noi costruisce ciò che poi subisce”. Un allievo alzò la mano e disse: sarebbe affascinante approfondire questo concetto, a che cosa si riferisce precisamente? E’ il “subisce” che mi lascia perplesso, perché l’uso di un termine così negativo? Allora spiegai il mio approccio che è più bio-chimico che psicologico. I pensieri che facciamo influiscono sulle sensazioni che proviamo, che a loro volta agiscono sulla chimica del nostro cervello e del nostro corpo. Ci rinchiudiamo all’interno dei limiti della nostra stessa mente, limiti che sono costituiti dalle nostre convinzioni, dai nostri pensieri e dalle nostre sensazioni. Ho fatto molti corsi con Richard Bandler e lui spiega molto bene questa cosa. Richard dice di non aver mai lavorato né per la terapia, né per il business. Ho lavorato, dice, solo per la libertà. Prende ad esempio gli schizofrenici che hanno un modello del mondo limitato e si arrabbiano se le persone non si adeguano al loro modello del mondo. E’ strano ma molte persone pensano che sia più importante avere ragione che essere felici. Questo è pazzesco! L’unica cosa importante è essere in grado di uscire dal proprio modello del mondo. Quando diamo eccessivo potere alle nostre convinzioni queste convinzioni possono farci soffrire. Un esempio classico sono le persone metodiche. Queste persone sono le più esposte alla sofferenza. Dovremmo tutti smettere di credere alle nostre convinzioni negative. Il modo ideale per superare questo gap è ridere delle cose che ci fanno star male. Ma chi sa veramente usare l’autoironia? I peggiori che ho incontrato, in questo senso sono i “precisini” e i “capi”: sono troppo analitici, vogliono avere il controllo di tutto e così stanno male. Ho incontrato grandi capi di multinazionali che, dopo avermi chiamato con lo scopo di per far lavorare meglio le loro aziende, mi hanno spiegato meticolosamente quello che avrei dovuto fare. Questo avviene perché sono abituati a comandare. Gli insegnanti, spesso, sono troppo impegnati a dare i voti e si dimenticano di insegnare nuove possibilità. Anche i medici sono troppo impegnati a fare delle diagnosi, a dare dei nomi alle cose che affliggono le persone, per poi dar loro delle medicine per curarsi. Hai questo…zac…devi prendere questo. Gli psicologi invece pensano che gli uomini siano molto complicati. Invece sono mooolto semplici! La necessità spesso è la madre della capacità e della creatività. Ogni giorno incontro persone che mi dicono: cosa pagherei per parlare bene l’inglese! In Brasile, a Salvador de Bahia, ho incontrato un bambino che sapeva cinque lingue e gli ho chiesto: Come le hai imparate? Le ho imparate per chiedere soldi! Semplice no? Richard Bandler dunque insegna alle persone a essere “libere”. Il contrario di essere “libero” non è essere “prigioniero” ma è essere “ostinato”. Le persone ostinate sono come gli schizofrenici. Tutto, anche loro stessi, deve funzionare secondo la loro mappa del mondo. Einstein ha cambiato le leggi dell’universo perché quando era bambino e a scuola gli dicevano: “queste sono le regole dell’universo”, lui diceva: bah… può darsi… ma io non ci credo! Quando una persona è diversa bisogna insegnargli le cose in modo diverso. La cosa peggiore è etichettare le persone. Etichettare è fare una diagnosi. Nessuno è qualcosa. Perché “è” è statico, e così non puoi cambiarlo. E’ paranoico, è schizofrenico. Bisogna dimenticare le regole, i modelli limitanti. Provare cose nuove è forse la cosa più bella che possiamo fare. Ma le nostre convinzioni spesso ci impediscono di farlo. Il fatto che uno provi paura anche solo immaginando di trovarsi di fronte a un serpente significa che la paura non ha nulla a che vedere con il serpente, ma sta solo nel cervello della persona. Le nostre convinzioni limitanti ci mettono addosso un sacco di stupide paure che diventano vere e proprie catene che ci rendono prigionieri. Le uniche paure “naturali” sono la paura di cadere (del vuoto) e quella dei rumori forti. Tutte le altre ci sono state indotte e sono solo nella nostra mappa o modello del mondo. |
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postato da Claudio Maffei alle 23:18 | commenti presenti [0] |
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