25 Dic 2013
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Non auguratemi più buon natale via mail | |
Alberelli con migliaia di lucine intermittenti, enormi palle di Natale che pendono a perpendicolo sullo schermo con malinconiche musichette in sottofondo, presepi rinascimentali, natività naïf, sacre famiglie a fumetti, Babbi Natale postmoderni, pupazzi neogotici animati, cieli stellati d’après van Gogh, e comete ovunque, su pini innevati, su profili metropolitani, su poetici paesaggi montani. Rime improvvisate e parole ispirate seguite da schiere inquietanti di puntini sospensivi o da triplici punti esclamativi!!! Citazioni colte: da poeti illustri (Gozzano e Saba i più gettonati) e Padri della Chiesa e filosofi e santi. Il tutto rigorosamente incorniciato dal logo dell’azienda che coglie l’occasione per annunciare la natività non di Gesù Bambino, ma della sua prossima iniziativa: una nuova collana editoriale per l’anno che verrà, una nuova mostra per aprile, un convegno a gennaio, una geniale idea regalo, la proposta di un viaggio transoceanico low cost, il raduno annuale degli allevatori di suini, l’apertura di un agriturismo-discoteca per la notte di san Silvestro...
Una slavina di auguri, una valanga, il diluvio via mail. Due-trecento al giorno, auguri che si posano a migliaia come fiocchi di neve sulla coltre ormai liquefatta della posta elettronica. Da rimanerne sommersi come nella nevicata storica del febbraio 1956. E tutti giù a spalare, elimina elimina elimina... A Natale siamo diventati tutti spalatori di spam e affini. Si tende a eliminare tutto, per sopravvivere, per disperazione, nella fretta anche i pochi auguri degli amici che invece volevano davvero augurarti, semplicemente, sentitamente e con tutto il cuore, Buon Natale e Buon Anno Nuovo, con le maiuscole. È l’apoteosi della quantità, il consumo globale di frasi fatte e di invii a buon mercato. Tanto non costa niente, neanche il disturbo di scegliere un bigliettino in cartoleria, di scriverci su un pensierino, di imbustarlo, affrancarlo e imbucarlo. A utilizzare l’intera mailing list si fa prima. Un clic e via, il messaggio augurale si irradia verso l’ignoto, centinaia di migliaia di messaggi in bottiglia: chi li piglia li piglia. Eliminarli è già una fatica: mittenti mai visti, nomi mai sentiti, sigle nebulose (di che cosa?) che non vedrai mai più per dodici mesi esatti o forse per ventiquattro. Leggerli neanche pensarci, bisognerebbe prendersi dalle tre alle quattro ore al giorno e forse di più: dovresti rinunciare al pranzo, alla cena, alla pausa caffè o alla domenica in famiglia. Figurarsi rispondere. Neanche per sogno. Così ogni Natale è diventato una nevicata storica di messaggi ipocriti inviati alla cieca. E allora per quanto mi riguarda chiedo una tregua. Quest’anno è andata così, un paio di settimane da spalatore. Ma per il prossimo Natale prego tutti i neoauguranti possibili e potenziali di stralciare la mia mail dall’invio indiscriminato di Babbi Natale postmoderni e di presepi neogotici. A tutti auguro sentitamente e preventivamente un ottimo Natale 2014 e un felice 2015. Paolo Di Stefano - Corsera |
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postato da Claudio Maffei alle 23:44 | commenti presenti [0] |
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