15 Gen 2015
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Nella mia lunga esperienza di formatore e consulente, sono arrivato alla conclusione che potremmo utilizzare un po’ di creatività e le opportunità della crisi mondiale per rivedere i principi che andiamo predicando più o meno vanamente ad aziende refrattarie e preoccupate solo dell’oggi, e che quindi sono diventati poco più o poco meno di luoghi comuni staccati dalla realtà.
Eccone alcuni. Creatività e cambiamento. Tutti li vogliono, tutti li cercano, purché però nulla cambi, e non si intacchino organizzazioni, poteri, gerarchie, procedure. Profitto. Il fine dell’azienda è il profitto. Ma quale? Ma dove? La storia delle aziende italiane è un sequel di scelte politiche in cui il profitto non conta nulla. E comunque il profitto dovrebbe essere un valore secondario: le aziende che hanno come fine solo il profitto sono quelle mafiose come la produzione e lo spaccio di droga. Il profitto dovrebbe essere una conseguenza del fare cose buone, pulite e utili, non un fine. Il profitto come fine sta distruggendo il mondo. Customer care. Il pilastro della qualità si trova solo nelle carte dei servizi, nelle dichiarazioni di qualche manager, nei testi dei siti web. Ma, nei fatti, del cliente non gliene frega niente a nessuno. Basti pensare a come sono gestiti i numeri verdi e le tariffe telefoniche, per non parlare di banche, assicurazioni, ecc. O ai percorsi tortuosi per uscire dagli empori degli autogrill. Eccellenza. No, gli eccellenti vadano all’estero, noi ci teniamo solo i raccomandati. Innovazione. Troppo costosa: meglio farla fare ad altri. Troppo pericolosa: ci costringerebbe a cambiare le nostre abitudini. Visione. Guardare avanti, però non alla via da imboccare, ma nello specchietto retrovisore, per evitare di spaventarsi col futuro, e consolarsi col passato (si aiuta la produzione automobilistica, invece che quella ecologica e del riciclo). Persona. Quando una persona ha raggiunto la maturità professionale, invece di mettere a frutto l’investimento fatto, la si manda via. Tanto, ce ne sono tante altre in attesa! Non ci viene in mente un certo Sisifo? Team e leadership. Il leader carismatico è pericoloso e inquietante. Meglio un capo privo di leadership ma raccomandato politicamente, da obbedire solo per la sua carica. Quando c’è un buon team è meglio disgregarlo, altrimenti chissà cosa si mette in testa e che cosa combina… Formazione. Tutti dicono che è una leva strategica di cambiamento. Meglio muoverla al minimo però, e solo quando siamo costretti dalla conquista di punteggi o di certificazioni. Meglio formare la propria carriera burocratica, piuttosto che sviluppare le proprie conoscenze. Si fa formazione solo quando non se ne può fare a meno, per evitare cambiamenti scomodi e proteggere lo statu quo, e possibilmente con fondi piovuti dall’alto. Quando un dirigente è inadeguato, si fa fare formazione ai quadri che ne dipendono invece di intervenire su di lui. Progetto. Tutti fanno piani e progetti che restano sulla carta, perché poi si vive alla giornata. Oppure si fanno cose senza progetto, come giornate di formazione fine a se stesse, ponti che non si chiudono, autostrade che finiscono contro un muro, scuole che restano abbandonate prima ancora di finirle. Comunicazione. Tutti dicono che è importantissima. Tutti siamo d’accordo sui principi base di una buona comunicazione: ascolta prima di parlare; comprendi l’interesse del tuo stakeholder e tienine conto; fai bene e fallo sapere, stabilisci un budget congruo in base al progetto di comunicazione che vuoi sviluppare. In realtà i primi tagli di budget colpiscono la comunicazione, che viene usata solo quando si deve rimediare a qualcosa che è andato storto. Crescita. Non si dice mai che cosa deve crescere, ma basta parlarne per evitare di proporre altre soluzioni concrete. Bisogna tornare a crescere per produrre nuovi posti di lavoro, anche se da tempo sappiamo che l’aumento di fatturato porta all’automazione, e quindi all’eliminazione di posti di lavoro. Confronto. Se sei d’accordo con me, sei imparziale ed aperto al confronto. Se non sei d’accordo, sei fazioso ed eviti il confronto. Potrei continuare a lungo, ma ho pietà del lettore web e mi sto deprimendo sempre di più! Umberto Santucci |
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postato da Claudio Maffei alle 15:24 | commenti presenti [0] |
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